

Punto d'incontro: Parcheggio dell'Hotel GraffitiPark all'ingresso di Capo di Ponte
Orario d'incontro: 14:00
Lunghezza del percorso: 4 km
Dislivello: 200 m circa
Tipo di percorso: Misto: asfalto e sterrato
Abbigliamento consigliato: Giacca impermeabile - Cappello
Calzature consigliate: Scarpe da passeggio comode
Attrezzatura consigliata: Ombrello
Costo: € 15 euro *Prezzi personalizzabili per gruppi
Numero minimo: 10 persone (numero massimo 25)
Itinerario proposto da: Giovanna (per info: 338 4801 777)
Questo itinerario ci porterà a conoscere uno dei siti di arte rupestre della Valcamonica, nella zona di Capo di Ponte, che è molto meno visitato e conosciuto rispetto ai due parchi nazionali, Cemmo e Naquane, ma che ci permetterà di scoprire in egual modo il linguaggio figurativo degli antichi Camuni in un cotesto ambientale più “naturale” rispetto al Parco di Naquane.
Si inizia con una passeggiata attraverso il paese di Capo di Ponte. Dopo aver passato il ponte sul fiume Oglio, si sale verso la nostra prima destinazione – la Pieve romanica di San Siro. Questa piccola chiesa, costruita direttamente sulla roccia, ha una porta splendidamente scolpita.
A qualche centinaio di metri oltre San Siro raggiungeremo il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina. Qui vedremo le rocce più importanti, con figure di guerrieri, scene di caccia al cervo, granai e alcune iscrizioni in un alfabeto che il popolo Camuno aveva adottato dagli Etruschi per dare al loro linguaggio una forma scritta. La più impressionante delle rocce scolpite è senza dubbio la Roccia 12 (Seradina II). Sulla superficie di questa roccia, molto ripida e in pendenza, sono scolpite centinaia di figure tra cui, insieme alle più comuni figure umane e animali, anche una scena di aratura dell’Età del Ferro.
Saliremo quindi verso la parte alta del parco, dove vedremo la cosiddetta “mappa di Bedolina” e vicino ad essa una seconda roccia con rappresentazione di una mappa, più grande, ma ancora poco nota, scoperta nel corso dell’ultimo decennio. La “mappa” sembra mostrare campi coltivati, percorsi e case, ed è probabilmente legata a importanti cambiamenti sul modo in cui i popoli del passato interpretavano il territorio.
Da qui torneremo sui nostri passi per rientrare al nostro punto di partenza.
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